SAI – Sistema Accoglienza Integrazione

Il servizio ha cambiato nome negli ultimi 5 anni 3 volte, ma il riferimento operativo è rimasto il manuale SPRAR, per cui utilizziamo ancora questo nome, riprendendo dallo stesso la definizione del nostro lavoro. Ecco in breve la storia di un nome cambiato, che ha mutato altresì l’approccio alla tematica migratoria nei differenti governi che si sono succeduti. SPRAR–Sistema per Richiedenti Asilo e Rifugiati (dal 2002, Lg n.189/2002, fino al 2018) SIPROIMI–Sistema di Protezione per Titolari di Protezione Internazionale e Minori Stranieri Non Accompagnati (dal2018, D.L. 4 ottobre 2018, n. 113, convertito in Legge 1 dicembre 2018, n. 132, al 2020)

SAI–Sistema Accoglienza e Integrazione (dal 2020, D.L. 21 ottobre 2020, n.130, convertito in Legge 18 dicembre 2020, n.173,).

Che cos’è lo SPRAR
Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) è costituito dalla rete degli enti locali che per la realizzazione di progetti di accoglienza integrata accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo Nazionale per le Politiche e i Servizi dell’Asilo. A livello territoriale gli enti locali, con il prezioso supporto delle realtà del terzo settore, garantiscono interventi di “accoglienza integrata” che superano la sola distribuzione di vitto e alloggio, prevedendo in modo complementare anche misure di informazione, accompagnamento, assistenza e orientamento, attraverso la costruzione di percorsi individuali di inserimento socio-economico.

Caratteristiche principali
Le caratteristiche principali del Sistema di protezione sono:
• il carattere pubblico delle risorse messe a disposizione e degli enti politicamente responsabili dell’accoglienza, Ministero dell’Interno ed enti locali, secondo una logica di governance multilivello;
• la volontarietà degli enti locali nella partecipazione alla rete dei progetti di accoglienza;
• il decentramento degli interventi di “accoglienza integrata”;
• le sinergie avviate sul territorio con i cosiddetti “enti gestori”, soggetti del terzo settore che contribuiscono in maniera essenziale alla realizzazione degli interventi;
• la promozione e lo sviluppo di reti locali, con il coinvolgimento di tutti gli attori e gli interlocutori privilegiati per la riuscita delle misure di accoglienza, protezione, integrazione in favore di richiedenti e titolari di protezione internazionale.

Obiettivo del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati – SPRAR

Lo SPRAR ha come obiettivo principale la (ri)conquista dell’autonomia individuale dei richiedenti/titolari di protezione internazionale e umanitaria accolti, intesa come una loro effettiva emancipazione dal bisogno di ricevere assistenza (in questi termini si parla di “accoglienza emancipante”).
Diventa, pertanto, essenziale collocare al centro del Sistema di Protezione le persone accolte, le quali non devono essere meri beneficiari passivi di interventi predisposti in loro favore, ma protagonisti attivi del proprio percorso di accoglienza e di inclusione sociale.

L’accoglienza integrata

I servizi minimi garantiti nei progetti territoriali dello SPRAR possono essere raggruppati in nove differenti aree, di pari dignità e importanza nella effettiva attuazione degli interventi di accoglienza:
– mediazione linguistica e interculturale;
– accoglienza materiale;
– orientamento e accesso ai servizi del territorio;
– formazione e riqualificazione professionale;
– orientamento e accompagnamento all’inserimento lavorativo;
– orientamento e accompagnamento all’inserimento abitativo;
– orientamento e accompagnamento all’inserimento sociale;
– orientamento e accompagnamento legale;
– tutela psico-socio-sanitaria.

Il ruolo di Comunità Servizi Fondazione Diocesana onlus
La Fondazione opera all’interno di questo sistema dal 2011, quale ente gestore per Provincia di Savona; progetto che gestisce insieme alla Cooperativa Sociale Jobel di Albenga, per un totale di 58 posti (38 dei quali gestiti in maniera diretta sul territorio di Savona e Albissola M.). Nel 2016 è divenuta ente gestore per il Comune di Savona, per il quale gestisce 10 posti in accoglienza.
Infine, nel 2018 è divenuta ente gestore per il Comune di Celle Ligure, dove gestisce 20 posti in accoglienza (non ancora tutti attivi): nel 2024 saranno ridotti a 15 in conseguenza della diminuzione del numero di abitanti all’interno del Comune, come da decreto ministeriale.
L’accoglienza nei vari territori è rivolta a uomini singoli, famiglie, nuclei monoparentali, donne singole; la tipologia dei posti si è adattata nel tempo alla lettura dei bisogni del territorio. Le accoglienze si svolgono tutte in appartamenti, da 4 a 10 posti.
Particolare attenzione è stata data all’animazione delle comunità nei territori dove insistono le strutture, integrandosi nelle attività delle locali Caritas, o avviando nuovi percorsi.