La storia dell’osservatorio

Contesto e nascita dell’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse: OPR

IN ITALIA
L’Osservatorio delle Povertà venne proposto alle diocesi italiane nel 1985, in un contesto sociale nel quale erano sempre più evidenti l’aumento di forme di povertà “antiche” e la manifestazione di nuove forme di “povertà” (Convegno Ecclesiale di Loreto: “Oppresso è soprattutto oggi, non tanto il ‘povero di pane’, quanto colui che è ‘povero di potere’; un soggetto così privato dei diritti fondamentali di cittadinanza, così da non consentirgli di gestire la sua vita e quella della famiglia. Privato del loro esercizio, anche se formalmente fa parte di una società apparentemente democratica e costituzionalmente rispettosa della persona. Questi sono gli ‘ultimi’ che, fra l’altro – com’è stato insistentemente sottolineato – possono diventarlo, mutevolmente, da un giorno all’altro, provenendo dalla categoria dei ‘primi’. Tali le figure, per esempio, dell’emigrato rimandato in Italia da un paese estero in crisi economica, tale il licenziato per il sopravvenire di processi di automazione, tale il cassaintegrato che non rientrerà più in fabbrica, ecc. La comunità ecclesiale coglie purtroppo con ritardo queste dinamiche della povertà o dell’emarginazione, che con questo primo fenomeno non va confusa. Occorre allora pensare alla costituzione di veri e propri ‘osservatori’ di questa patologia sociale, per cogliere i fenomeni allo stato nascente, collaborando con le strutture pubbliche che istituzionalmente ne hanno il compito e la preoccupazione.”).
Di fronte a questi fenomeni i vescovi italiani avevano già richiamato nel documento CEI “La Chiesa in Italia e le prospettive del Paese”, l’attenzione delle comunità ecclesiali sulla necessità di nuovi atteggiamenti e stili di vita, caratterizzati dalla sobrietà, dalla solidarietà, dalla condivisione con le persone in difficoltà [CEI 1981].
In questa situazione all’Osservatorio delle povertà veniva assegnata la funzione di strumento pastorale di una Chiesa intenzionata a considerare sempre di più le persone in difficoltà come “centro di gravità” delle attenzioni pastorali.

A SAVONA
La Caritas Diocesana di Savona – Noli istituisce l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse nel 1989 a cinque anni di distanza dall’apertura del Centro di Ascolto Diocesano. Lo scopo principale era quello di realizzare uno studio che, analizzando i dati raccolti dagli operatori del Centro di Ascolto, sapesse fornire una lettura sufficientemente precisa delle dinamiche della povertà, evitando il rischio di riemersi solamente alle impressioni soggettive degli operatori. Da quel progetto iniziale l’Osservatorio ha cominciato ad allargare le sue competenze studiando ed elaborando fenomeni di povertà (o ad essa collegati) non solo riconducibili al lavoro del Centro di Ascolto. Dal 1990 ha partecipato al gruppo promosso da Caritas Italiana per l’elaborazione del progetto, del programma di rilevazione dati e la promozione dell’Osservatorio nelle diocesi italiane.
Ancora oggi a quasi venti anni dalla sua istituzione, l’OPR svolge la sua principale attività nel campo della ricerca sui dati forniti dal Centro di Ascolto, da dove passano tante persone che si trovano in una situazione di grave marginalità. Generalmente, i bisogni che rileviamo attraverso il lavoro dei Centri di Ascolto non sono oggetto di ricerca da parte degli istituti di statista, perché si tratta di parametri non facilmente reperibili e misurabili. Grazie ad un programma di gestione elaborato in collaborazione con Caritas Italiana siamo in grado di effettuare rilevazioni, ricerca ed elaborazione dei dati in nostro possesso. In questi ultimi tempi stiamo realizzando la messa in rete e la condivisione protetta con i Centri di Ascolto periferici: questo permetterà di monitorare e di aggiornare in tempo reale i dati da qualunque punto di osservazione.
Da alcuni anni i nostri dati, insieme con quelli delle altre diocesi italiane, contribuiscono alla creazione del rapporto annuale sulla povertà curato e promosso da Caritas Italiana. Insieme con gli osservatori delle altre diocesi della Liguria, in questi ultimi anni, abbiamo cominciato una stretta collaborazione per la produzione di dossier locali sulla povertà e per l’animazione e la sensibilizzazione del territorio su questi fenomeni: questo ha permesso una interlocuzione maggiormente competente con la Regione Liguria.